Era una di queste domeniche autunnali quando i colori incantano
e la temperatura è quasi primaverile. In un prato abbiamo fatto la
messa, abbiamo mangiato...ci è sembrato di essere a casa.
Il vangelo parlava di due personaggi che si erano recati al
tempio a pregare: uno era fariseo, l'altro pubblicano. C'erano
molti bambini e tanti adulti. Non si capiva bene chi accompagnava
chi...insieme pregavano.
Mentre nella parabola il fariseo era preoccupato di prendere le
distanze dal pubblicano e la sua preghiera guardava dall'alto in
basso, quella degli adulti si è come liberata e lasciata prendere
da quella dei bambini: caratterizzata soprattutto dall'allegria.
Bisogna ammettere che i bambini seduti su quel prato non erano
molto seri: parlavano, giocavano, ridevano. Ma erano belli, sereni.
Forse perché si trattava dei loro figli, gli adulti non si sono
irritati e penso che il Signore per una volta avrà sorriso anche
lui, probabilmente annoiato di tutte quelle liturgie sempre seriose
e perfette.
Diceva il fariseo: "io non sono... Io digiuno ...io pago..." non
sono come gli altri!
Il pubblicano si limitava a dire: "sii propizio verso di
me...peccatore!"
Gesù conclude che il pubblicano tornò a casa giustificato a
differenza dell'altro. Eppure il fariseo sembrava una persona per
bene, faceva più di quanto fosse richiesto. Non era necessario
digiunare due volte la settimana, bastava 4 o 5 volte all'anno e la
decima bastava pagarla su quello che si guadagnava non su tutto ciò
che si possedeva.
Altrove Gesù aveva detto che nel regno di Dio vige un'altra
giustizia!
Forse più che digiunare sarebbe più giusto occuparsi di chi non
mangia neppure una volta al giorno, e forse anziché pagare la
decima di ciò che si possiede sarebbe il caso di guardare quanto di
ciò che si possiede è sottratto a chi non ha di fatto il necessario
per vivere.
Tornare a casa giustificati! Essere giustificati è come tornare
a casa, ritrovare casa. Penso in questi giorni alle persone che
hanno visto crollare la casa per il terremoto. Non è crollata solo
la casa, è crollato quel minimo di sicurezza , di serenità, di
equilibrio nelle relazioni, di pace...e questo non è giusto!
Giustizia e casa...casa e giustizia: non possono
disgiungersi.
Sì, perché la casa è il luogo in cui si ritrovano le giuste
distanze, l'equilibrio necessario, la casa è il luogo dove si
mangia un pane frutto del proprio lavoro.
La casa è il luogo dove "IO" non sono al centro, ma vivo di
relazioni.
La casa è il luogo che A. Potente chiama "un bene fragile".
La casa è fatta di tanti spazi, non da occupare, ma da rendere
liberi, fruibili. Le fondamenta di una casa sono le relazioni fra
le persone e gli spazi.
La casa è il luogo dove si fa festa come quella in cui tornò il
figliol prodigo! Anche lui peccatore! Ma il fratello che non volle
entrare...non amava la festa, o meglio voleva far festa, ma solo
coi suoi "amici"...difficile conciliare questo con le parole di
Gesù che diceva di "amare i nemici"...Peccato allora è: non avere
una casa, non poter fare festa, una festa per tutti; non essere
capaci di amare i nemici.
Si sente dire: togliamo i soldi agli immigrati per darli ai
terremotati ... Perché invece non smettere di vendere armi a paesi
in guerra: armi che producono immigrati?
La casa è anche il luogo della gioia come quella di Zaccheo: una
casa prima piena di soldi poi piena di poveri, una casa da privata
a casa di condivisione e restituzione.
La casa è il luogo che Gesù, nato in una grotta perché non c'era
posto...ha sempre cercato per sé e per tutti ...lui che non aveva
dove posare il capo, lui che chiedevaper il figlio dell'uomo, per
ogni uomo un posto dove stare. Perché la casa è questa terra con
tutti i suoi beni
e tutti suoi abitanti che col proprio lavoro portano a casa il
pane.
E' finita quella messa con un pezzo di pane, piccolo e povero
incapace di sfamare ma con dentro una parola nuova: ecco ciò che
toglie il peccato del mondo! Sì, perché quel pane, frutto della
terra e del lavoro dell'uomo contiene tutti beni della natura:
terra, aria, acqua e fuoco. " trattato di pace fra grandiose forze,
ognuna di suo catastrofica per potenza distruttiva, ma che insieme
danno forma al pane, e rendono la casa - la terra: giusta!".
Sorrivoli, 30 ottobre 2016