Natale 2024


Gli angeli non hanno potuto portare un messaggio di pace a Betlemme.

Come quando nacque Gesù! Non c’è posto in questo mondo per chi vuole portare un messaggio di pace, per chi sogna un mondo senza guerra e violenza, tanto più se a portarlo è qualcuno disarmato e inerme come un bambino che vuole semplicemente vivere guardando al futuro. Bisogna difendere i confini dai poveri che chiedono solo di poter vivere più che se ad invadere fosse un esercito!

Non c’era posto per Maria e Giuseppe che volevano solo mettere al mondo un figlio: non ci sarà mai posto per chi ama la vita, ma non può permettersi di pagarla.

- Ma perché in Palestina si combatte? Perché tanta crudeltà senza che nessuno intervenga?

Una delle ragioni, non dico l'unica, ha le sue radici nella religione.

Un giorno Dio disse ad Abramo, “parti dalla tua terra e vai verso la terra che io ti indicherò”. E Abramo partì e andò in Palestina.

Di quella terra Abramo comprò un terreno dove fu sepolto lui, sua moglie Sara, in seguito Isacco, Giacobbe e tutti patriarchi. Da quel momento quella terra diventò “la terra promessa”, quella che Dio aveva assegnato agli Ebrei.

Dopo circa 400 anni, quando gli Ebrei erano in Egitto, e conducevano una vita da schiavi si ricordarono della promessa di Dio, e, guidati da Mosè, partirono dall’Egitto, attraversarono il mar Rosso, poi il deserto del Sinai, fino ad arrivare in Palestina rivendicandone il diritto di proprietà.

Era quella la terra che Dio aveva promesso al popolo di Israele? Non era quella. Non è quella. La terra che Dio ha promesso non è in un luogo geografico.

E’ una terra con determinate caratteristiche, ma non una terra geograficamente collocabile in uno spazio.

Una terra dove scorre latte e miele, dove regna la pace, dove regna la giustizia, dove ogni 50 anni si fa un giubileo, cioè tutte le persone tornano ad essere libere se hanno subito dei condizionamenti in quegli anni. Quella terra che poi Gesù durante l'ultima cena, la notte di Pasqua, disse essere una terra in cui gli uomini si mettono gli uni a servizio degli altri, in cui gli uomini spezzano il pane e lo condividono fra di loro e a nessuno viene a mancare la possibilità di nutrirsi e di vivere perché nessuno vive per se stesso, ma per gli altri.

Dio aveva affidato agli ebrei un ruolo profetico, quello di annunciare a tutta l’umanità, che la terra è la loro casa dove tutti debbono viverci liberi e in pace.

Questo lo testimoniarono soprattutto quando erano in esilio.


Quella terra è sempre da cercare, da raggiungere, finchè tutta la terra non sarà diventata “terra promessa”. Quando hanno identificato la “terra promessa” con un luogo specifico, hanno perso la forza della profezia, e hanno cominciato ad uccidere in nome di Dio.

- Una cosa simile è successa col cristianesimo.

“È nato per voi un salvatore”: dicono gli angeli, o meglio gli evangelisti: “è Cristo Signore”.

Il Cristo non è una persona fisica.

Il Cristo è quell'uomo che finalmente ha capito come si deve vivere sulla faccia della terra.

Qual’è l'errore che anche noi cristiani stiamo commettendo, l'errore che abbiamo commesso nella storia. Che in nome di quel Cristo, che per quanto sia è stato il sogno più bello che Dio abbia mai fatto, che abbia mai visto realizzato e che l'umanità abbia mai potuto immaginare, abbiamo legato la nostra fede ad un fatto del passato. Il Cristo è l'uomo in divenire. Il Cristo è l’uomo del futuro, il Salvatore del mondo, se ogni uomo lo incarnasse. Tutti siamo chiamati ad essere un Cristo. Con la nascita di Gesù è nato l’uomo-Cristo. L’uomo figlio di Dio che ha fatto delle beatitudini il suo stile di vita.

È l'uomo che dice che per essere umani sulla faccia della terra bisogna essere poveri, miti, misericordiosi, operatori di pace, affamati di giustizia.

Fissando il Cristo solo nella persona di Gesù, nel suo tempo e spazio si è perso la forza della profezia e si sono uccise tante persone.

- La terra promessa, come il Cristo, sono quella terra e quella umanità che è sempre stata sognata fin dalla creazione del mondo: fare di questa terra un giardino e non un campo di battaglia.

- Poi c’è la storia del Censimento, che è una questione di numeri e quando si danno i numeri si parla di morti: tanti civili, tanti bambini...I numeri fanno paura, inducono alla rassegnazione, al sonno...Il mondo sembra basarsi sui numeri.

Anche Giuseppe e Maria andarono a farsi censire, ma andarono a Betlemme, la città di Davide.

Betlemme è “casa del pane” come a dire che quando una persona nasce, ha diritto al pane. Farsi registrare a Betlemme, nella città di Davide e non a Nazaret, significava non volersi sottomettere

all’imperatore in cambio del pane.

Il gesto di Giuseppe e Maria è un atto di resistenza non violenta.

Tutti siamo nati a Betlemme. La terra dovrebbe essere per tutti Betlemme: questa è la terra promessa. Casa del pane per diventare pane a Gerusalemme: città della pace!


- Anche i pastori non si sono lasciati addormentare, né ingannare dai numeri: si sono alzati e si sono messi in cammino, come altri pastori prima di loro: Abramo, Mosè...Cominciando a non avere paura di chi parla solo coi numeri.

E poi cominciano a raccontare tutto quello che avevano udito e visto. Mi piacerebbe sapere cosa hanno udito e visto, cosa ha suscitato in loro stupore.

Gesù si stupisce quando vede una folla di poveri, miti, operatori di pace, affamati di giustizia che sale sul monte, che cammina alla ricerca di una terra...Quando i vangeli parlano di ciò che hanno udito e visto si riferiscono a tutta la vita di Gesù: questa è stupefacente e finisce col dire: “veramente quest’uomo è figlio di Dio!”.

La salvezza non sta nel conquistare la Palestina, e dire questa è la terra che Dio ci ha promesso, oppure dire io credo in Cristo, che Cristo è il figlio di Dio, A Gesù interessa vedere che quello che lui ha vissuto, è diventato parte della nostra vita. L’uomo è cresciuto molto, è cresciuto fisicamente, è cresciuto nella sua intelligenza, ma dovrebbe crescere anche nello spirito, nel cuore. Dobbiamo rivolgere lo sguardo verso altre direzioni, verso degli avvenimenti, delle storie, verso dei segni di altro

tipo. E i segni sono sempre simili a quello indicato ai pastori; un bambino in braccio a sua madre, un segno che dirige lo sguardo verso il futuro. Tutti i segni che ti portano a guardare in avanti, sono i segni che possono aiutarti a capire, che questa umanità sta andando verso una cristianizzazione. Ma smettiamola di dire che dobbiamo difendere le radici. Le radici non si muovono: il cristianesimo è qualcosa che ti rimette in camino. Noi cristiani dobbiamo rimetterci in cammino se vogliamo portare avanti e testimoniare la nostra fede. Se non ci rimettiamo in cammino col popolo delle beatitudini e non ricostruiamo relazioni, la fede che viviamo non serve a niente, non serve a nessuno.

E se proprio vogliamo tornare alle radici, non limitiamoci a 30 - 40 anni fa. Maria e Giuseppe sono andati a 800 anni prima , ai tempi di Davide.

Quello straniero che si avvicinò ai discepoli di Emmaus, per parlare di Gesù partì dalla creazione del mondo! Gesù è il Salvatore del mondo perché è venuto a dare un segno di come gli uomini avrebbero dovuto essere e avrebbero potuto essere, e come potrebbero essere, questa è la testimonianza, io credo, la fede che dobbiamo cercare ...

DONAZIONE PER SORRIVOLI

IBAN: IT 96 M 07070 23900 000000847219

INTESTAZIONE: PARROCCHIA DEI SS. APOLLINARE V.M. ALDEBRANDO V. IN SORRIVOLI - SAIANO

CAUSALE: DONAZIONE PER ALLUVIONE MAGGIO 2023


Grazie di cuore,

Don Pasquale e la comunità di Sorrivoli

SORRIVOLI RINGRAZIA

A tutti gli amici e conoscenti che si sono interessati alla causa,


ad un anno dalla tragica alluvione del maggio 2023 cogliamo l’occasione per trasmettervi un aggiornamento in merito alla destinazione dei fondi raccolti grazie alle vostre donazioni.

Le ordinanze della Struttura Commissariale hanno riconosciuto al Comune di Roncofreddo le somme necessarie per gli interventi atti a ripristinare gli ingenti danni subiti dalle strade comunali ed in generale dal suolo pubblico.

Oltre ai danni subiti dalle infrastrutture pubbliche si è verificato il crollo di una porzione del muro di cinta posto sul lato Nord-Est del Castello di Sorrivoli. Tale crollo ha colpito lo spazio dove si sono sempre svolte le manifestazioni teatrali, musicali e momenti importanti di solidarietà internazionale e incontri con persone del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra queste l’iniziativa più conosciuta è la Festa dei Grandi Burattinai, giunta alla sua trentasettesima edizione. Questo crollo è pertanto una ferita profonda che ha messo in seria difficoltà la nostra Comunità nel pensare e nel programmare iniziative da sviluppare in futuro.

Considerato che il Castello di Sorrivoli, seppure di proprietà della Curia, è a tutti gli effetti un bene comune ad uso pubblico, ed inoltre il crollo insiste su una porzione di suolo pubblico (Piazza Roverella), come Comunità parrocchiale di Sorrivoli abbiamo valutato di chiedere al Comune di Roncofreddo di poter utilizzare i fondi raccolti per contribuire ai lavori di messa in sicurezza e successivo ripristino della cinta muraria del Castello crollata.

Ad oggi è stato eseguito il primo intervento relativo alle opere provvisionali di sostegno e la messa in sicurezza. La progettazione dei lavori di ripristino definitivi è stata affidata allo Studio Ceredi di Cesena, che già nel 1999 aveva sviluppato un innovativo intervento di recupero e consolidamento delle mura del Castello, nonché il restauro delle cantine avvenuto successivamente nel 2014. I suddetti lavori sono già stati autorizzati dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, la Diocesi di Cesena-Sarsina ed il Comune di Roncofreddo.

Con la comunicazione prot. n.576 del 26/01/2024 il Sindaco Sara Bartolini ci ha comunicato come il Comune di Roncofreddo sia favorevole all’utilizzo dei fondi raccolti dalla Comunità parrocchiale di Sorrivoli per contribuire alla copertura dei costi del progetto di ripristino della cinta muraria del Castello.

Citiamo di seguito quanto contenuto nella comunicazione: “In merito alla Vs richiesta, agli atti prot. n. 7932/2023, condividendo che il Castello di Sorrivoli sia un bene molto importante per la nostra comunità, per il ruolo che svolge sia come luogo di aggregazione che come centro di manifestazioni culturali fondamentali per il territorio, si conferma che al nostro Comune sono stati assegnati i Fondi Statali per la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili a seguito degli eventi alluvionali”.

Pertanto la Giunta del Comune di Roncofreddo ha autorizzato la Comunità parrochiale di Sorrivoli ad utilizzare i fondi raccolti per il progetto di ripristino della cinta muraria del Castello, in virtù della funzione pubblica da esso svolta.

RingraziandoVi nuovamente per la Vostra generosità, vi informiamo che in questi mesi abbiamo continuato a ricercare i fondi necessari per la copertura del costo totale dei lavori di ripristino della cinta muraria, che complessivamente ammontano a circa €.260.000,00.

Auspicando di poter reperire tutti i fondi necessari, Vi terremo aggiornati sull’avviamento e lo stato di avanzamento dei lavori.

Per qualsiasi informazione potete contattarci all’indirizzo: [email modificata].


Un caro saluto,


Don Pasquale Gentili

e la Comunità di Sorrivoli 

20/05/2024

FraGiardino è un'Associazione di Promozione Sociale che vuole realizzare un orto-giardino terapeutico per ragazzi fragili o con disabilità. Sarà uno spazio studiato appositamente per il loro recupero e inserimento lavorativo. Con la realizzazione di questo orto, i ragazzi avranno la possibilità di stare all’aria aperta, sporcarsi le mani, veder crescere una pianta e imparare a prendersi cura di sé tramite la natura. Il vedere che i loro gesti e il loro impegno porterà alla produzione di verdura che verrà assaporata alla trattoria Terra dei Miti di Sorrivoli, sulle vostre tavole e in occasione di eventi o merende, sarà come una festa grande, per tutti! Aiutaci a sostenere la loro dignità con una piccola donazione, con te potremo far nascere prodotti d'umanità. 


LINK: https://www.ideaginger.it/progetti/fragiardino.html

La comunità di Sorrivoli, gli amici, le amiche di Sorrivoli

ricordano con affetto e gratitudine il maestro Tinin, per oltre trent'anni animatore e direttore del festival dei grandi burattinai.

Il suo animo libero, teso verso orizzonti sempre nuovi, i suoi occhi curiosi, la sua intelligenza acuta, il suo amore per l'arte povera ed essenziale ce lo hanno fatto sentire sempre un amico.

Grazie Tinin


Sorrivoli, con il suo castello e la comunità che vi alberga, rappresenta un rifugio e una speranza. Un rifugio, dalla frenesia della città, e una speranza, che il mondo possa muoversi diversamente da come siamo abituati a credere. Siamo a 9 Km da Cesena, proprio sopra la Valle dell'Urgon, in mezzo a vigneti e orti. Arroccati sul crinale di una collina miriamo dall'alto la Romagna.